La lunga e fertile carriera di Santuzza Calì riassunta in un archivio donato alla fondazione veneziana: la mostra sarà aperta, fra qualche mese, nella Biblioteca del Longhena.
Il prezioso archivio di Santuzza Calì, frutto di cinquant'anni di intensa presenza teatrale, è stato affidato dalla stessa artista alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Un arrivo di enorme interesse, che va ad arricchire un fondo documentario - quello dell'Istituto per il Melodramma ed il Teatro - che già custodisce altre preziose raccolte come quelle di Paolo Poli, Pierluigi Samaritani, Maurizio Scaparro, Luigi Squarzina e Titina Rota. In gran parte digitalizzate e rese disponibili per la consultazione on line.
Una grande figura del teatro italiano
L'archivio si compone di preziosi materiali – appunti, figurini, bozzetti, manufatti vari - afferenti ai lavori teatrali e operistici da lei ideati, suddivisi e ordinati in circa duecento cartelle. E copre l'intero arco di attività che, partendo dalla fine degli Anni Sessanta, arriva sino ad oggi, raccogliendo documenti fondamentali per lo studio della scena teatrale italiana del secondo Novecento e dei suoi meccanismi di produzione. Un mondo nel quale la sua attività di costumista, in particolare, è sempre stata massimamente cercata ed apprezzata. Perché i suoi abiti, autentici pezzi d'arte, nascono dalla fusione di fervida immaginazione, efficiente manualità, perfetta conoscenza dei materiali, spiccato gusto per il colore. Ma, soprattutto, descrivono a perfezione il personaggio che vanno a vestire.
Una vita e una carriera senza pause
Santuzza Calì è nata il 28 marzo 1934. Diplomatasi all'Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1960 si iscrive alla Sommerakademie di Salisburgo, frequentando i corsi di Oskar Kokoschka di cui diviene sino al 1966 assistente. Una serie di borse di studio la porta poi in giro per l'Europa. Artista fantasiosa e poliedrica, rientrata a Palermo apre un laboratorio con Gabriella Saladino, realizzando oggetti di vario genere, comprese marionette, che attirano l'attenzione di critica e mercato e portano entrambe ad esporre in tutto al mondo.
L'attività di illustratrice di libri per ragazzi inizia allora: nel 1970, infatti, crea le immagini de Le filastrocche del cavallo parlante di Gianni Rodari, primo d'una serie di testi sempre ristampati. L'anno precedente si era accostata timidamente al teatro, che diverrà il suo vero campo d'azione, in veste di costumista e talvolta anche di scenografa. Con Emanuele Luzzati, in particolare, stabilisce da quel periodo una duratura e proficua collaborazione a quattro mani che, partendo dal Golem di Alessandro Fersen, durerà poi per decenni, in un affiatamento artistico pressoché unico.
Otre 250 spettacoli con la sua firma
In cinquant'anni di attività Santuzza Calì ha contribuito a più di 250 spettacoli teatrali, collaborando tra l'altro con registi come D. Abbado, F. Enriquez, G. De Bosio, M. Scaparro, P. Poli, F. Crivelli, E. Olmi, G. Pressburger. Ha disegnato i costumi anche per vari spettacoli lirici (alcuni dei quali, come L'italiana in Algeri o L'elisir d'amore in tandem con Lele Luzzatti, divenuti dei veri classici) allestendoli nei maggiori teatri italiani ed in prestigiose sale estere. Nel corso della sua lunga carriera ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio UBU Critica, il Premio ETI, il Premio Gassman. Nel 2010 le è stato conferito il Premio alla Carriera “Città di Casteldaccia”; nel 2011 a Napoli ha ricevuto il Premio Le Maschere del Teatro per i costumi de Il mare di Paolo Poli. Con la stessa motivazione è stata premiata dal Presidente della Repubblica, nell'ambito della cerimonia dedicata agli “Artisti dell’anno 2011”.
Negli ultimi tempi si è occupata anche di spettacoli per bambini e ragazzi, realizzandone scene e costumi, collaborando con il Teatro Eliseo di Roma. Storica sala in cui è tornata in scena un anno fa, con i suoi costumi ed i suoi burattini, La commedia di Gaetanaccio di Luigi Magni.